In questi giorni in Parlamento sono al vaglio 4 proposte di legge relative alla mobilità dolce.
Due di queste sono strettamente legate alla bicicletta. Un primo pacchetto prevede il riuso delle ferrovie abbandonate: verrà istituito un osservatorio che avrà il compito di redigere la rete nazionale di questi percorsi oltre che redigere le linee guida della mobilità dolce e promuovere il cicloturismo.
La seconda proposta invece è un aggiornamento della legge n. 366 del 98 e prevede l’istituzione di un dipartimento della mobilità ciclistica in seno al Ministero dei Trasporti, che avrà il compito di redigere il piano nazionale della mobilità ciclistica. Previsto anche il rifinanziamento del Fondo nazionale per la mobilità ciclistica con stanziamenti aggiuntivi non inferiori al 2% degli stanziamenti complessivi previsti per infrastrutture viarie e ferroviarie, oltre che con risorse provenienti da programmi regionali finanziati da fondi Ue.
La terza attiene più al codice della strada, ma indirettamente riguarda anche i ciclisti: si consente, previa ordinanza comunale, la possibilità di far circolare le bici in senso opposto a quello di marcia nei centri abitati laddove la velocità massima consentita è pari a 30km/h.
Infine è in programmazione un programma scuola – casa- lavoro a cui destinare circa 35 milioni per incentivare carpooling, bike pooling e bikesharing. Un ulteriore emendamento prevede il risarcimento da parte dell’INAIL in caso di infortunio per chi va a lavoro in bici.